L’Unione Europea negli ultimi tempi ha messo al centro della sua agenda climatica il patrimonio immobiliare, che sembrerebbe essere responsabile di circa il 36% delle emissioni di gas serra. La direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD), ribattezzata “Case Green“, non è solo una raccomandazione, ma un piano d’azione vincolante che ha un impatto diretto sui proprietari di immobili in Italia.
Hai sentito parlare dell’obbligatorietà del documento di efficienza energetica UE ma non sai come impatta ora sul tuo immobile? Continua a leggere questo articolo per saperne di più!
L’efficienza energetica UE e la nuova classificazione
L’obiettivo primario del piano di efficienza energetica UE è portare tutti gli edifici esistenti ad essere, entro il 2050, a emissioni zero. Per raggiungere questo scopo, la Direttiva (UE) 2024/1275 introduce concetti chiave e scadenze specifiche che riguardano la classificazione degli edifici e il miglioramento delle loro performance. Vediamo ora nel dettaglio.
Standard Minimi di Prestazione Energetica (MEPS)
La direttiva stabilisce che gli Stati membri, Italia inclusa, debbano adottare misure per migliorare la classe energetica degli edifici. Sebbene non imponga un “obbligo di ristrutturazione” immediato e indiscriminato per tutti, stabilisce precisi Standard Minimi di Prestazione Energetica, chiamati MEPS, da rispettare nel tempo. L’obiettivo è portare la media degli edifici residenziali a una riduzione significativa del consumo energetico primario entro il 2035. La Direttiva spinge verso una progressiva diminuzione per raggiungere la classe D entro il 2033, anche se l’attuazione finale spetta al Piano Nazionale di Ristrutturazione. Per gli edifici di proprietà pubblica e quelli non residenziali, però, gli obblighi sono più immediati: dovranno raggiungere almeno la classe E entro il 2027 e la classe D entro il 2030.
APE sì, ma rivoluzionato
Il tradizionale APE diventerà uno strumento ancora più cruciale. Questo dovrà non solo classificare l’edificio, ma anche indicare un chiaro percorso di miglioramento graduale e le raccomandazioni più efficaci per raggiungere lo stato di edificio a zero emissioni entro il 2050. Questo farà una sostanziale differenza in fase di redazione per i professionisti preposti.
Le implicazioni per venditori e acquirenti

L’introduzione dei MEPS ha un impatto diretto sul valore patrimoniale dell’immobile e sulla sua commerciabilità. Vediamo ora tutte le casistiche divise per “attori” della comprovendita.
Per i venditori
Gli immobili con classe energetica bassa (G, F, E) sono i più esposti a questi cambiamenti. Senza interventi di riqualificazione, questi rischiano di subire una svalutazione (il cosiddetto Green Premium), dato che gli acquirenti preferiranno edifici che non richiedano interventi onerosi in futuro per adeguarsi agli standard dell’efficienza energetica UE.
Cosa fare quindi? L’APE, come abbiamo visto, non è più un semplice documento, ma una vera “carta d’identità energetica“. Se intendi vendere, investire in un cappotto termico o nella sostituzione di infissi e caldaia può aumentare drasticamente il valore e la velocità di vendita dell’immobile.
Per gli acquirenti
Chi acquista oggi deve considerare i costi di adeguamento futuri. Comprare un immobile in classe G a un prezzo apparentemente conveniente, potrebbe significare affrontare spese importanti entro il 2035 per portarlo in classi superiori.
Cosa ti consiglio, quindi? La Direttiva introduce il concetto di passaporto di ristrutturazione (Renovation Passport), un documento che fornisce al proprietario una tabella di marcia personalizzata per migliorare gradualmente le prestazioni energetiche, definendo le tappe ideali per arrivare all’obiettivo di emissioni zero. Questo aiuterà a capire qual è il costo a cui si va incontro con l’acquisto di quell’immobile.
L’impatto sui mutui
Le banche e gli istituti di credito sono già orientati a premiare gli edifici a basso impatto. È sempre più probabile che vengano offerti mutui “green” a tassi di interesse agevolati per l’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica. Inoltre, è possibile che il costo del finanziamento (mutuo) per immobili in classi energetiche inferiori (G, F) possa aumentare, riflettendo il rischio di deprezzamento e i futuri costi di ristrutturazione.
Cosa prevede l’UE per l’Italia e quali interventi contano?
La Direttiva Case Green spinge verso la riqualificazione profonda, ma lascia margini di flessibilità agli Stati membri. L’Italia, attraverso il suo Piano Nazionale, potrà infatti definire percorsi specifici, escludendo potenzialmente edifici storici, di culto o di piccole dimensioni.
Tuttavia, gli interventi che miglioreranno maggiormente l’efficienza energetica di un immobile, e che dovrebbero essere prioritari, saranno:
- Isolamento termico o cappotto;
- Sostituzione di Infissi e serramenti;
- Riscaldamento ibrido o tramite pompe di calore;
- Impianti fotovoltaici.
In conclusione possiamo dire che la nuova Direttiva (UE) 2024/1275 è un chiaro segnale: l’era della casa “energivora” sta finendo. È il momento di pianificare interventi non solo per rispettare le future normative, ma soprattutto per aumentare il valore, il comfort e la sostenibilità del proprio patrimonio immobiliare.
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